Archivio | marzo, 2021

Ricordando Leonardo Sciascia

25 Mar

Quest’anno è il centenario della nascita di Leonardo Sciascia.

Proprio a metà di questo periodo cade l’anno della pubblicazione di uno dei suoi romanzi-chiave, “Il Contesto”.

Di questo romanzo viene solitamente ricordato il dialogo tra l’ispettore Rogas e il presidente Riches, incentrato sul tema che ha sempre appassionato Sciascia: la giustizia, o meglio, l’amministrazione della giustizia.

Al cuore del Contesto sta piuttosto la denuncia del legame tra il Partito Comunista Italiano e il potere, legame che in quegli anni stava venendo fuori in maniera sempre più evidente.

Sciascia denuncia la duplicità del PCI (quella di voler essere allo stesso tempo partito di lotta e di potere), duplicità che verrà fuori in tante altre occasioni, fino a diventare una caratteristica di quel partito.

È in quella duplicità che si manifesta la famosa doppia morale della sinistra italiana.

Il vero compromesso denunciato da Sciascia nel Contesto non è quello, storico, tra la Democrazia Cristiana e il PCI ma quello tra il PCI e il potere.

E non a caso la denuncia di quel legame costò tanto a Sciascia.

Fu proprio a partire dall’uscita del Contesto che l’atteggiamento del PCI e dei fedeli di quella chiesa nei confronti di Leonardo Sciascia cambiò nettamente.

Le eccezioni furono rare, e tra queste ci fu Emanuele Macaluso, il cui legame di amicizia con Leonardo Sciascia non venne mai meno, a differenza di tanti altri amici dello scrittore di Racalmuto (emblematico il comportamento di Renato Guttuso) che scelsero la fede nel PCI.

Quando Don Chisciotte ricorda a Sancho Panza la famosa sentenza latina amicus Plato, sed magis amica veritas, lo esorta a non dimenticare chela verità vale più dell’amicizia, che la prima, nella scala gerarchica dei valori, prevale sulla seconda.

Leonardo Sciascia scelse sempre la prima.